La Struttura di missione contro il dissesto Idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche ha reso noto che – ad oggi – sono bloccati 3,2 miliardi di euro di finanziamenti pubblici per le reti idriche ed altri 2,9 miliardi sono stati stanziati per opere ancora in corso.
Ciò nonostante le procedure di infrazione europee aperte nei confronti dell’Italia per la mancanza di fognature e sistemi di depurazione.
Si legge nell’articolo, a cura de Il Sole 24 Ore e pubblicato sul sito di Italia sicura, che ““Nei sistemi di monitoraggio degli investimenti dello Stato risultano finanziati con risorse pubbliche, dal 2000 al 2012, 5.812 interventi per 11,85 miliardi. Molte di queste opere, però, non sono state concluse: per l’esattezza, si tratta di 885 interventi per un valore di 2,9 miliardi di euro. Alcuni interventi, addirittura, non sono nemmeno stati avviati: sono 888 per 3,2 miliardi. Lo studio individua anche i responsabili: è soprattutto dal Sud che nasce il problema. Dei 3,2 miliardi bloccati, infatti, 2,8 riguardano il Mezzogiorno. Proprio pensando al Sud, allora, ieri il governo ha annunciato un’importante novità in materia di finanziamenti: niente più soldi a chi non li sa spendere e a chi non attua le norme sul servizio idrico (costituzione degli enti d’ambito e affidamento del servizio a un gestore unico).””
L’impegno del Governo, quindi, è quello di prevedere nella programmazione dei fondi coesione 2014-2020 e nei Patti per il Sud scadenze legate ai finanziamenti sulle risorse idriche e nell’ottica del miglioramento dell’efficienza degli investimenti pubblici si pone molto risalto anche alla nuova versione del Codice appalti che dovrà essere emanato entro luglio prossimo.
In particolare nel Consiglio dei Ministri il lavoro è attualmente incentrato sul reperimento di un accordo sulla piattaforma di progettazione che consente di anticipare gli effetti del progetto in cantiere di cui il Ministero delle Infrastrutture vorrebbe imporre l’utilizzo obbligatorio per tutte le opere sopra la soglia comunitaria, dopo una fase transitoria di 12/14 mesi, suscitando, tuttavia, dubbi tra gli esperti di settore, in assenza di sufficienti linee guida di supporto per le Amministrazioni appaltanti.