Con la lettera del 24 gennaio 2019, la Commissione Europea ha messo in mora 15 Stati membri (Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Germania, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Svezia e Ungheria) con riferimento alla conformità delle rispettive legislazioni nazionali alle norme dell’UE su appalti pubblici e concessioni.
Le normative degli Stati membri, infatti, non sono risultate adeguate a quanto disciplinato:
– dalla direttiva 2014/23/UE, sull’aggiudicazione dei contratti di concessione;
– dalla direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici;
– dalla direttiva 2014/25/UE sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali
che avrebbero dovute essere recepite nel diritto nazionale entro il 18 aprile 2016.
Ora gli Stati membri dispongono di due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni della Commissione.
Per quanto riguarda l’Italia, il Codice dei contratti pubblici è stato emanato proprio il 18 aprile 2016 con il D.lgs.n.50/2016 ed è stato già oggetto di otto provvedimenti modificativi, ma la Commissione ha, comunque, ritenuto di individuare diverse disposizioni non conformi relativamente alla:
1. Violazione di norme riguardanti il calcolo del valore stimato degli appalti
2. Violazione di norme riguardanti i motivi di esclusione
3. Violazione di norme riguardanti il subappalto e l’affidamento sulle capacità di altri soggetti
4. Violazione di norme riguardanti le offerte anormalmente basse.
In attesa che l’Italia provveda a controbattere alle argomentazioni contenute nella lettera di messa in mora della Commissione Europea, l’Autorità Nazionale Anticorruzione si è, ad ogni modo, già espressa, per quanto di propria competenza, indicendo, l’11 febbraio 2019, consultazioni on line con scadenza il 21 febbraio u.s., sul presupposto che “”A seguito dell’invio, in data 24 gennaio 2019, della lettera di costituzione in mora da parte della Commissione europea, delle modifiche introdotte al Codice degli appalti dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145, nonché di alcune criticità riscontrate nell’attività di vigilanza dell’Autorità si rende necessario intervenire nuovamente sul testo delle Linee guida n. 4, di attuazione del Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50, recanti “Procedure per l’affidamento dei contratti pubblici di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria, indagini di mercato e formazione e gestione degli elenchi di operatori economici”.””.
Le Linee Guida n. 4 che erano state approvate dal Consiglio dell’Autorità con delibera n. 1097 del 26 ottobre 2016 ed aggiornate al Decreto Legislativo 19 aprile 2017, n. 56 con delibera del Consiglio n. 206 del 1 marzo 2018, andranno, quindi, ulteriormente revisionate con specifico riguardo a:
– le modalità di calcolo del valore degli affidamenti per le opere di urbanizzazione e le procedure da seguire;
– l’applicabilità dell’esclusione automatica dell’offerta anomala;
– il periodo transitorio per le soglie relative ai lavori;
– la revisione della soglia di rilevanza per il criterio di rotazione;
– le modalità di superamento delle criticità rilevate.
In questo contesto normativo, dunque, permane la fase di incertezza che contraddistingue la materia degli appalti, caratterizzata da un susseguirsi di provvedimenti modificativi nell’arco di un lasso di tempo davvero limitato e che, vista anche la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea, necessiterà ancora di un buon periodo di adeguamento prima di giungere ad una stabilizzazione accettabile della disciplina.