Disponibilità idrica nazionale: i dati ISPRA

In occasione della Giornata mondiale della lotta alla desertificazione e alla siccità del 17 giugno 2023, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha diffuso i dati della disponibilità idrica nazionale, fotografata al 2022.

Nel registrare un ulteriore calo che segue ormai un andamento costante, i dati certificano che nell’anno appena trascorso è stato colpito da siccità estrema circa il 20% del nostro territorio; versa invece in siccità severa e moderata circa il 40% del suolo italiano mentre in termini di persistenza delle condizioni di siccità il 2022 risulta in Italia il terzo per gravità, preceduto solo dal 1990 e dal 2002.

In particolare Sicilia (–80,7%), Sardegna, (–73%) e Distretto idrografico del Fiume Po (–66%) sono le aree più colpite dal deficit idrico nel 2022.

Se poi si leggono i dati elaborati in base al modello BIGBANG, realizzato dall’ISPRA e che analizza la situazione idrologica dal 1951 al 2022 fornendo un quadro di dettaglio delle componenti del bilancio idrologico e della risorsa idrica rinnovabile, il 2022 ha raggiunto il record negativo di 719 mm che segna il minimo nazionale anche in termini di precipitazione totale liquida e solida (un valore inferiore persino a quelli estremi minimi del 2007 e del 2017).

La disponibilità idrica nazionale ha, infatti, avuto un valore medio che supera di poco i 221 mm (corrispondenti a un volume totale di 67 km3) e una riduzione di oltre il 51% rispetto alla media riferita al periodo 1951-2022, toccando così il minimo storico, con la preoccupante precisazione che la riduzione sarebbe decisamente consistente (quasi il 50%) anche se solo si facesse riferimento all’ultimo trentennio climatologico 1991-2020.

Per quanto riguarda il dettaglio dei diversi ambiti regionali interessati dal deficit idrico nel periodo considerato dal modello, Ispra ha poi evidenziato come :

  • l’area più colpita è senz’altro il Nord Ovest, dove i valori raggiunti sono anche inferiori a –50% rispetto alla media di lungo periodo.
  • per tutto il territorio del Distretto idrografico del Fiume Po il deficit percentuale, sempre rispetto alla media di lungo periodo, raggiunge il –36%, con un valore di precipitazione annua di soli 650 mm (a fronte di una media annua di circa 1016 mm).
  • nel Distretto delle Alpi Orientali il calo risulta elevato con un –28% e punte comprese tra –30% e –40%.
  • deficit dell’ordine del –20% si sono registrati nel Distretto dell’Appennino Settentrionale e nel Distretto dell’Appenino Centrale con punte però anche del –40%..
  • nel Distretto idrografico dell’Appennino Meridionale il deficit medio pari al –9 %, risulta tutto sommato più contenuto delle altre zone nazionali.
  • nel Distretto della Sicilia il decremento si attesta a –26%, con punte dell’ordine del –50% nella zona orientale della Regione.
  • nel Distretto della Sardegna il deficit di precipitazione medio annuo registra un –27%.

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