Il mercato dei contratti pubblici nel 2023: le cifre dell’ANAC

Sulla base dei dati delle procedure di affidamento con un importo a base di gara pari o superiore a 40.000 euro munite di codici identificativi di gara (CIG) per come presenti nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici e aggiornati alla fine di gennaio 2024, ANAC ha svolto un’analisi del mercato dei contratti pubblici con riguardo al 2023.
Nel settore speciale i dati hanno riguardato gli appalti di gas ed energia termica, elettricità, acqua, servizi di trasporto, porti e aeroporti, servizi postali, estrazione di gas e combustibili solidi.

Il risultato di quest’analisi è pubblicato sul sito dell’Autorità dove si spiega che il valore complessivo degli appalti di importo pari o superiore a 40.000 euro, per entrambi i settori ordinari e speciali, si è attestato in Italia attorno ai 283,4 miliardi di euro per più di 267mila appalti.
Il settore dei contratti ordinari ha riguardato 242.457 gare per 208.156.585.365 euro, quello del settore speciale 24.946 gare per 75.221.766.745 euro.

E’ emerso anche come tra gli affidamenti diretti, in forte aumento, costituendo il 49,6% degli appalti totali, e le procedure negoziate senza previa pubblicazione di bando (pari al 28,5%), ben il 78,1% degli appalti (208.954 su 267.403), è stato assegnato dalle amministrazioni con procedure non pienamente concorrenziali e proprio in relazione alle modalità di scelta del contraente ANAC ha precisato come “In termini numerici con la procedura aperta sono state assegnate nel 2023 il 17,4% delle procedure totali, mentre il 28,5% ha riguardato la procedura negoziata senza pubblicazione del bando e nel 49,6% è stato utilizzato l’affidamento diretto.

L’affidamento diretto è la modalità di scelta del contraente che fa registrare, a livello di importo, il maggiore aumento rispetto all’anno precedente (+31%), seguito dalla procedura ristretta (+10,7%). Diminuiscono le procedure negoziate previa pubblicazione del bando e le procedure aperte, che presentano una flessione, rispettivamente, del 20,5% e del 10,1% rispetto al precedente anno. 

A livello di numerosità, si registra un significativo incremento degli affidamenti diretti e delle procedure negoziate previa pubblicazione del bando, che aumentano, rispettivamente, del 23,8% e del 14,1%, mentre si rileva una flessione delle procedure ristrette e delle procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando, che diminuiscono rispettivamente del 11,5% e del 3,2%.

Per quanto riguarda il tipo di procedura scelta per espletare le gare, nel 65,5% dei casi totali sono state utilizzate le piattaforme telematiche di negoziazione. Le procedure espletate in modalità tradizionale o “cartacea” rappresentano ancora il 20,8% del totale.”.

Interessanti sono anche i dati estrapolati con riferimento alla spesa regionale, suddivisi per tipologia e in percentuale al dato nazionale.

In particolare emerge che “Per appalti di forniture il 5,2% della spesa è localizzata in Lombardia con 14.732.973.197 euro, seguita dal Lazio con il 3,4% e 9.506.067.852 euro e dalla Liguria con il 2% e 5.656.462.202 euro. 

Lombardia e Lazio sono le regioni destinatarie del maggior numero di appalti, con il 4,7% e 3,8%, seguite dalla Campania (3%). Gli importi medi più elevati per appalto sono nelle Regioni Liguria e Lombardia.

Anche per gli appalti di servizi la spesa maggiore è nel Lazio con il 4,9% del valore e 13.881.002.654 euro e nella Lombardia che spende il 4,5% e 12.667.276.247 sul totale seguita dall’Emilia Romagna, 2,5% e 7.072.630.555 euro. Anche per i servizi Lombardia e il Lazio sono le regioni con il numero più alto di gare, con il 5,3% la prima e il 5,1% la seconda seguite dalla Regione Veneto con il 3,3%. Gli importi medi più elevati si registrano in Basilicata e Sicilia.

La quota maggiore per gli appalti di lavori è nel Lazio con il 5,4% e 15.302.777.517 euro, la Campania con il 3,4% e 9.753.326.424 euro e in Lombardia con il 3,2% e 9.095.324.600 di euro. 
La Lombardia con il 3,7% è la Regione destinataria del numero maggiore di appalti, seguita da Piemonte, Lazio e Veneto con il 2% ognuna. Gli importi medi più elevati, sempre a livello di lavori, si registrano, invece, nel Lazio e Campania.”.

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